LA MOTIVAZIONE AI TEMPI DEL COVID

“Non ce la faccio più!”

Quante volte abbiamo detto o sentito dire questa frase negli ultimi mesi? E soprattutto, per quanto ancora la pronunceremo o la dovremo sentire?

Stiamo vivendo un periodo difficile, in cui le restrizioni stanno pesantemente influendo sul nostro stato d’animo e di conseguenza sull’efficacia delle nostre azioni e dei nostri risultati.

Lo sconforto e la frustrazione ci portano a spegnere ogni entusiasmo, demotivandoci in fretta davanti anche ai più piccoli ostacoli.

In questi momenti, la mente può fare la differenza.

Non essendo immune a questo fenomeno, come mentalcoach ho la fortuna di poter reagire velocemente e spostare il mio pensiero da uno stato negativo ad uno più produttivo ed efficiente.

In che modo? Ecco 5 passaggi che voglio condividere con voi, dopo averli sperimentati su me stesso, testandone così l’efficacia.

 

1° passo: Accettare senza rassegnazione

“Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l’intelligenza di saperle distinguere.”

Così recita un meraviglioso quanto saggio aforisma di San Tommaso, in questi giorni più attuale che mai.

Ci sono cose che dipendono da noi e che possiamo cambiare, altre che non lo sono e non potendole cambiare, le dobbiamo accettare. Il Covid è una di queste.

Anche arrabbiandosi o deprimendosi, la situazione non muta. Anzi, può solo trasformarsi in qualcosa di peggiore.

Dipende quindi da noi la scelta di stare in uno stato d’animo in cui rabbia e tristezza spadroneggiano, portandoci solo negatività e nocumento, oppure reagire, cambiare direzione al nostro pensiero ed andare verso qualcosa di positivo e più produttivo.

Quando attraversiamo momenti di questo genere, in cui il nostro morale cade a terraprovocandoci una profonda sensazione di infelicità, possiamo fare tre facili passi per uscirne in fretta:

  1. Prendere coscienza del nostro stato d’animo
  2. Accettarlo, ma senza rassegnarsi ad esso
  3. Farsi la domanda più potente in assoluto: “Se fosse il mio ultimo giorno di vita, lo vorrei vivere così?”
  4. Immaginando che la risposta sia “NO!”, allora chiedersi: “Cosa potrei fare o pensare per sentirmi meglio?”

Provateci. Funziona, ve lo assicuro..

 

2° passo: Concentrarsi su ciò che si ha

Alex Zanardi, dopo il terribile incidente in cui perse entrambe le gambe, una volta uscito dalla sala operatoria ripresosi dall’anestesia, ha guardato verso il basso ed ha realizzato che i suoi arti inferiori non erano più parte del suo corpo.

Racconta sempre che, in quel momento, la prima cosa che ha pensato è stata: “Cazzo, sono vivo”.

Non ha pensato a cosa gli mancava, ma a cosa ancora aveva.

Noi siamo molto più fortunati di quello che pensiamo di essere. Non è retorica, è realtà!

In questo momento, concentriamoci su tutto quello che abbiamo e non su quello che (momentaneamente) non abbiamo.

Diamo la giusta importanza a ciò che troppo spesso diamo per scontato e meno a quello che potrebbe essere superfluo.

Quali sono le cose veramente importanti per te, che hai e che stai dando per scontate?

C’è ancora qualche motivo valido per lamentarsi?

 

3° passo: Allargare la Prospettiva

Un giorno, parlando di relatività del Tempo, Albert Einstein disse: “Quando un uomo siede un’ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora”.

Le situazioni scomode e dolorose tendono a dilatare il tempo.

Siamo entrati nel primo lockdown a marzo e ne siamo usciti parzialmente a maggio. Abbiamo avuto un periodo di libertà vigilata durante l’estate, per poi tornare nel secondo lockdown, più blando del primo, a novembre. Ad oggi, gennaio 2021, ci siamo tuttora dentro e tra allentamenti e restrizioni, ci staremo almeno fino a settembre/ottobre (sono un inguaribile ottimista).

In tutto, tra periodi con più e meno limitazioni, un anno e mezzo circa. Sono il primo a dire che sono stati, sono e saranno mesi difficili. Diciotto mesi possono essere tanti sotto un certo punto di vista e di conseguenza può essere considerato un lungo periodo di tempo.

Ma se noi proviamo ad allargare la prospettiva e ad inserire questi mesi in una cornice temporale più ampia, ad esempio di cinque anni, forse questa sensazione può alleggerirsi.

Cos’è successo nella vostra vita negli ultimi 5 anni oltre al covid? Soffermatevi sulle cose piacevoli accadute e notate come cambia il vostro stato d’animo.

Ora allargate ancor di più la cornice e portate il covid all’interno degli ultimi dieci anni. Si è rimpicciolita la sua valenza negativa?

E se la inseriamo in una vita intera? E’ ancora così impattante?

 

4° passo: Spostare l’Attenzione

L’unica cosa certa di questa maledetta pandemia è che un giorno finirà.

Se guardiamo solo al presente, non possiamo che essere angosciati e demoralizzati. Se invece noi spostiamo l’attenzione ed iniziamo a pensare al dopo-covid, il nostro umore probabilmente cambierà. Più ci focalizziamo su qualcosa di piacevole, più sarà facile passare indenni attraverso questo periodo.

Rispondi a questa domanda: “Quale sarà la prima cosa che farai quando verrà ufficialmente dichiarata finita l’emergenza?”. Pensaci, guarda il tuo film mentale, sorridi e goditi quel momento.

Iniziamo fin d’ora a progettare, a porci piccoli obiettivi quotidiani per andare nella direzione desiderata ed a fare le azioni necessarie per realizzarli.

Le situazioni non cambiano. Cambia il modo in cui le affronti. E così cambieranno anche le situazioni.

 

5° passo: Agire

La teoria è molto bella, ma senza la pratica non serve a nulla.

Quindi non resta che assumersi la responsabilità e muoversi. Buon lavoro!

 

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